E' nato il sito di rosicchiamo tutti insieme!

Tutte le blogger che amministrano e rispondono ai vostri questiti su Rosicchiamo Tutti Insieme tempo fa partecipavano attivamente alla community di yahoo answer, in particolare nella categoria Animali da compagnia - roditori.

Ognuna di noi si prendeva cura di diversi animali tra cui conigli, criceti, porcellini d'india e tartarughe. Naturalmente la nostra competenza non è e non sarà mai pari a quella di un veterinario, ma abbiamo pensato che le nozioni imparate vivendo quotidianamente con questi animali potessero essere utili anche ad altri. 

Quell'esperienza ci ha aiutate a capire che nonostante i piccoli roditori ed i conigli siano tra gli animali più numerosi nelle case degli italiani, la conoscenza sulla loro gestione e cura sia davvero limitata. 

Sono passati più di due anni da quando abbiamo iniziato a scrivere i primi articoli, e oltre 40.000 visite dopo abbiamo finalmente realizzato il nostro sito, www.rosicchiamotuttiinsieme.it

Avvisiamo quindi tutti i nostri lettori che da questo momento ogni aggiornamento verrà effettuato sul sito e non più sul blog.


Inoltre ora siamo affiliati zooplus; ciò significa che cliccando sul banner che trovate in home page e inoltrando un ordine al sito, guadagneremo una piccola commissione che a voi non costerà nulla.
La somma di denaro disponibile sarà visibile tramite il nostro contro zooplus, che provvederemo a documentare tramite la nostra pagina Facebook.

Ci teniamo a precisare che i soldi che raccoglieremo saranno interamente utilizzati per effettuare un ordine destinato ad una delle associazioni Onlus che si occupano del recupero di piccoli roditori.

Sempre ordinando questo link potete sfruttare i seguenti codici sconto:

• 10% di Sconto su tutto il negozio Terraristica: RETTILI-13
• 800 g di Royal Canin Fit 32 GRATIS con ogni ordine minimo di 39 €: FIT32-GRATIS
• 5€ Sconto sul primo ordine: 5EURITAFF
• 3% di sconto su ordini superiori ai 100€: ORDINE CUMULATO

Criceti nani e dorati: le principali differenze di gestione

Come vi abbiamo accennato nel post precedente esistono non solo diverse specie di criceti, ma anche diverse "taglie".

La differenza principale è tra i cosiddetti criceti nani (Roborovskji, Winter White e Campbell) che, nel caso dei Campbell (i più grandi tra i criceti nani) arrivano a 12cm al massimo di lunghezza, ed i criceti dorati che in età adulta raggiungono i 18/20 cm di lunghezza.
Leno - Criceto Dorato

La differenza di dimensioni comporta naturalmente anche qualche differenza nella gestione.
In primis, quando scegliete la specie di cricetino a cui volete dare dimora, dovete valutare le dimensioni dell'habitat.
I più tranquilli, per i quali è sufficiente un habitat che parta da 60x40 cm, sono i criceti winter white. Per quanto riguarda invece Roborovskji e Campbell, sono consigliate gabbie leggermente più grandi in quanto si tratta di animali solitamente più attivi e meno socievoli rispetto ai w.w. Per avere un habitat di dimensioni corrette non dovete scendere sotto i 70x40 cm.
I dorati, avendo dimensioni notevolmente maggiori rispetto agli altri criceti, devono di conseguenza avere una gabbia di dimensione adeguate. Se volete garantire al vostro criceto una vita dignitosa non acquistate gabbie inferiori ai 75x45 cm.
Ricordate inoltre che anche l'arredamento della gabbia dev'essere proporzionato al cricetino. La ruota, che come ben sappiamo è fondamentale per qualsiasi criceto, dev'essere di dimensioni adeguate e se per i criceti nani è sufficiente una ruota standard da 12 cm, per i dorati dovrete sicuramente scegliere un modello che abbia un diametro di almeno 20 cm.

Un altro fattore da valutare è il tempo che potete dedicare al cricetino, permettendogli di uscire dall'habitat per perlustrare l'ambiente circostante e trovare nuovi stimoli. Acquistate un recinto o rendete sicura una stanza (niente cavi elettrici a portata di criceti, niente piante che potrebbero risultare tossiche e attenzione agli oggetti a cui siete affezionati, rischiate che vengano rosicchiati!) e permettete al criceto di esplorarla, magari lasciando qualche semino nascosto qua e là in modo da invogliarlo ad uscire spesso.

Lazy - Criceto Campbell
Per quanto riguarda Campbell e Roborovskji vi consigliamo di prendere confidenza con il criceto prima di farlo uscire, dovete essere assolutamente certi che il piccolo non sia stressato dal contatto con voi poiché se il criceto cercasse di scappare, riprenderlo per farlo rientrare in gabbia sarebbe difficile e andreste ad aumentare ulteriormente lo stress dell'animale. Se decidete di far svagare un minuscolo Roborovskji fuori dalla gabbia è essenziale che la stanza venga messa in totale sicurezza. Questi cricetini raggiungono a stento i 5/6 cm di lunghezza da adulti, è quindi importante coprire eventuali fessure dove il piccolo potrebbe incastrarsi o da cui potrebbe scappare.

I winter white in questo senso si classificano tra i criceti più pigri. Per loro è sufficiente predisporre un recinto o una stanza priva di pericoli e con la gabbia a disposizione per rientrare; solitamente le uscite dei winter white sono brevi e molti di loro, una volta diventati adulti, evitano quasi del tutto le uscite. Voi lasciate comunque la gabbia aperta in recinto per un'oretta al giorno, sarà il cricetino a decidere se uscire o meno.
Per i dorati è più o meno la stessa cosa, vi basta organizzare una stanza priva di pericoli e lasciare lo sportellino della gabbia aperto, il criceto potrà uscire e rientrare a proprio piacimento. Essendo ovviamente più grande rispetto ad un winter white è più difficile perderlo di vista.

Un'altra differenza tra le “dimensioni” dei criceti consiste nel mangime. La maggior parte dei mangimi in commercio è generica, ossia va bene sia per i criceti nani che per i dorati, ma alcune marche (come Bunny, per esempio) vendono un prodotto specifico per dorati e uno per i criceti nani. Il prodotto in sostanza è sempre lo stesso, l'unica differenza sta nelle dimensioni del pellettato che nel mix per dorati è leggermente più grande.

Voi quale cricetino avete scelto? 

Criceti - Winter White

Il criceto winter white (Phodopus sungorus), detto anche Criceto Russo o Criceto siberiano, è un roditore originario delle steppe dell’asia centrale. Il nome “Winter White” deriva dalla colorazione di questo criceto il cui pelo tende a schiarire durante i rigidi inverni delle steppe. La vendita del primo esemplare si attesta intorno al 1978, il che lo rende un animale da compagnia piuttosto recente.
E’ classificato tra i criceti cosiddetti “nani” dato che un esemplare adulto raggiunge solitamente i 10/12 cm di lunghezza al massimo. Il corpo è tozzo e compatto, la coda è piccola e ricoperta di pelo bianco, così come le zampe.
Come tutti i criceti è dotato di due tasche guanciali che gli permettono di accumulare quanto più cibo possibile e trasportarlo alla tana compiendo un unico viaggio. Sono animali prettamente notturni, quindi non vi preoccupate se durante il giorno notate che il vostro cricetino non è particolarmente attivo, provate a ricontrollarlo in tarda serata!
All'altezza dell’ombelico si trova la ghiandola ventrale che serve al criceto per marcare il proprio territorio e come richiamo sessuale. Questa ghiandola è priva di peli e somiglia ad una crosta, è bene controllarla di tanto in tanto poiché in alcuni casi può otturarsi ed infettarsi.
La vita media di un esemplare tenuto con le dovute attenzioni è di circa 2 anni – 2 anni e mezzo.
Un tratto distintivo di questa specie è la linea dorsale tracciata sul pelo, che percorre il dorso del criceto. In base alla colorazione del vostro cricetino questa linea può essere nera o grigia (scura o chiara).
 Le colorazioni del Winter White sono 3: 
La piccola Beth, cricetina winter white standard

WINTER WHITE STANDARD: E’ la specie più comune. Il mantello è grigio scuro con la linea dorsale ben marcata (solitamente è di colore nero) e pancia bianca. 
Perlotto, winter white sapphire, si mostra in tutta la sua rotondità
WINTER WHITE SAPPHIRE: Il mantello è color grigio/azzurro, linea dorsale grigia e pancia bianca. 


Claire, stupenda e dolcissima winter white pearl
WINTER WHITE PEARL: Il mantello è interamente bianco, durante le stagioni più calde tende a scurire leggermente ma il bianco resta il colore dominante. La linea dorsale è grigia. 
Per gestire al meglio qualsiasi animale, è fondamentale essere preparati. Per accogliere un winter white avete bisogno di una gabbia o terrario che misuri come minimo 60×40 cm. Sono consigliate le gabbie in plexiglass dal momento che i criceti tendono ad arrampicarsi o a rosicchiare le sbarre.
La ruota deve avere un diametro minimo di 12 cm, meglio se più grande, in modo che il criceto non sia forzato a mantenere una posizione troppo incurvata che potrebbe causare problemi alla schiena.
Spesso capita che esemplari di Winter White vengano scambiati per Campell e viceversa. Queste specie sono difficili da distinguere, più che altro ci si deve basare sulla colorazione e sulle dimensioni dell’animaletto (il Campell è generalmente più grande e meno tozzo del Winter White).

Cosa mettere nel bagaglio dei nostri animali

Quando partiamo per le vacanze, anche i nostri animali hanno bisogno della loro valigia, vediamo insieme nel dettaglio che cosa non dobbiamo dimenticare.

CONIGLI e CAVIE:


Trasportino adatto:
l'animale deve potersi stendere e stare in completo relax
Fieno: una busta (o più) di buon fieno non deve mai mancare
Pellet: se siete abituati a dare del pellet come premietto, ricordatevi di riempirne una bustina o una scatolina!
Verdure: il necessario per il viaggio e la prima serata; il resto lo comprerete dove vi trovate.
Beverino e agganci: non fate come me; l'ho dimenticato più volte e ho dovuto girare desolati paesini di mare per comprarne uno nuovo!
Traversine: più pratiche e leggere del pellet. Se il vostro coniglio non le rosicchia sono l'ideale come lettiera per le ferie!
Spazzolina: l'Estate è il periodo della muta, anche se siamo in ferie non dobbiamo dimenticarci di spazzolare il nostro amico!
Tronchesino per le unghie
Pettorina: se avete a disposizione un pezzetto di verde, dove far correre in sicurezza il vostro coniglio, non scordatela!
Cuccia/cuscino/copertina preferiti: per farlo sentire più a casa :)

Non dimenticatevi il kit d'emergenza che deve contenere:


Critical care: in caso di alimentazione forzata è utile averlo con sè
Siringhe: una siringa grossa per l'alimentazione forzata, altre più piccole per dosare i farmaci
Clorexidina GEL: disinfettante ad uso veterinario
Garze sterili: possono essere utili in caso di ferite o da utilizzare per degli impacchi agli occhi in caso di arrossamenti e congiuntiviti.
Bustine di camomilla: un impacco di camomilla è un rimedio blando e innocuo in caso di congiuntiviti e problemi oculari, sicuramente potrete reperirle anche nel luogo di villeggiatura ma è sempre meglio partire preparati
Metacam o Meloxivet (da utilizzare, se serve, nelle dosi indicate dal veterinario): antidolorifico
Plasil o Mylicon (da utilizzare, se serve, nelle dosi indicate dal veterinario): servono ad eliminare l'aria nel pancino
Motilex (da utilizzare, se serve, nelle dosi indicate dal veterinario): stimola il movimento intestinale
Stronghold cuccioli (da utilizzare, se serve, nelle dosi indicate dal veterinario): antiparassitario

Ricordatevi di portare con voi il libretto veterinario e di controllare che il coniglio sia ancora coperto dalle vaccinazioni. Consigliamo sempre una visita di controllo prima di partire, soprattutto se si tratta di ferie prolungate. Ricordatevi di chiedere al vostro veterinario di fiducia i nominativi di uno o più veterinari specializzati in zona.

CRICETO:

Trasportino (dove inserirete la lettiera, un po' di semini, una casetta e la carta igienica per la tana)
Gabbia dove sistemarlo una volta arrivati (mica vorrete lasciarlo nel trasportino? Siccome la mia gabbia misura 75cm mi sono organizzata con una 60x40cm per le ferie. Ho lasciato una gabbia di dimensioni simili a casa dei miei genitori; in questa maniera quando salgo da loro non devo portarmi la gabbia dietro. Idem per la lettiera del mio coniglio)
Lettiera (io preparo un sacchettino con la lettiera necessaria al numero di cambi che mi servono)
Ruota/ciotoline
Mix di semi
Beverino e agganci

Viaggiare con il nostro coniglio

Siamo a Luglio ed è arrivato il periodo delle meritate ferie.
Come vi organizzerete con i vostri animali? Se non trovate nessuno che possa badare a loro, oppure volete portarli con voi, basteranno poche piccole regole per fargli affrontare al meglio questa esperienza.

Cosa portare in macchina:


Temp nel viaggio di ritorno
- un trasportino accogliente (abbastanza grande da poter permettere all'animale di sdraiarsi)
- verdurine fresche, già tagliate e lavate (potete metterle in contenitori di plastica da chiudere con il loro coperchio)
- qualche premietto
- del fieno da sistemare in un angolo del trasportino
- delle traversine assorbenti
- una ciotolina per l'acqua (da offrire fresca ad ogni sosta)


Abitando distante dalla mia famiglia, mi trovo almeno un paio di volte l'anno ad affrontare 800km all'andata e altrettanti al ritorno per andarle a fare visita. In questa occasione il mio coniglio viene sempre con me e mi porto dietro tutto il necessario per fargli affrontare questa esperienza con il minor stress possibile.

Innanzitutto, partendo alla mattina, anticipo sulla razione di verdura (che offro solitamente verso l'ora di pranzo), perché durante il viaggio non mangia mai molto.
Ho comprato un trasportino abbastanza grande, che attrezzo con una traversina assorbente e una manciata di fieno, una delle cose che il mio coniglio mangia più volentieri durante i viaggi.

Solitamente per la temperatura non mi preoccupo, oramai tutte le macchine sono dotate di climatizzatori che permettono anche ai nostri animali di non patire il caldo o il freddo eccessivi. L'importante è non creare il gelo in macchina (per loro, ma anche per la nostra salute!) e non puntargli il getto di aria fredda addosso. Se possibile utilizzate quei pannelli oscuranti, da attaccare ai finestrini, che si usano per i bambini; bisognerebbe evitare di far viaggiare i nostri animali con il sole puntato sul trasportino, rischio che si corre spesso in Estate.
Approfittate delle soste per offrire loro acqua fresca (in casa usiamo un beverino, ma in viaggio mi trovo bene con la ciotolina.Non inserite ciotole/beverini durante il viaggio perché l'acqua corre il rischio di rovesciarsi).
Offritegli anche qualche verdura e magari un premietto. Approfittate delle soste per fargli sgranchire le zampette sui sedili posteriori (se gradisce, il mio apprezza molto, esce da solo) e se avete paura che possa sporcare portatevi dietro un telo di plastica, oppure allungate delle traversine sui sedili. Controllate se la traversina nel trasportino è sporca, nel caso lo fosse provvedete a cambiarla. Il nostro piccolo deve viaggiare nel pulito!

Dopo una buona dose di coccole sarete pronti a rimettervi in viaggio!

Lo staff di Rosicchiamo tutti Insieme vi augura buone vacanze!

Rosicchiamo tutti insieme è su You Tube!

Per ringraziarvi delle soddisfazioni che ci state dando, abbiamo pensato di preparare una piccola sorpresa tutta per voi. E' ufficialmente aperto il nostro canale you tube!
Sarà una sorta di raccoglitore per mettere su video alcuni dei nostri articoli, per darvi la possibilità di vedere e non solo di leggere e perché no, un modo come un altro per mostrarvi "dal vivo" i comportamenti dei nostri animali, per insegnarvi a capirli e migliorare il rapporto che avete con i vostri.

Speriamo che possa farvi piacere, iscrivetevi al canale e lasciate commenti; per noi è fondamentale capire cosa ne pensate!

A tal proposito, vi aggiorno su una piccola novità; in fondo ad ogni articolo, potrete spuntare delle caselline per farci sapere se avete trovato interessante e se vi è stato o meno utile quello che abbiamo scritto. Non fate i timidi :3

Freezing, quando la paura immobilizza.

Coniglio in immobilità tonica

Oggi mi sono imbattuta in un video di cattivo gusto, un coniglio a pancia all'aria, dentro un lavandino, che veniva lavato con acqua e sapone. Stava fermo immobile, completamente irrigidito e i proprietari pensavano che si stesse godendo un bagno in relax; in realtà era completamente paralizzato dalla paura ed era entrato in immobilità tonica (nota personale: e se non si è completamente scemi, si nota che c'è ben poco di naturale e rilassato nel comportamente di quel povero animale).

Vi ricordiamo che la corretta toelettatura del coniglio non prevede assolutamente il bagno, se non in particolari occasioni. Il pelo bagnato tende a "compattarsi" e leccandosi il coniglio ne ingerirà in quantità maggiori, aumentando il rischio di blocco intestinale.

Anche se i conigli sono diventati il terzo animale da compagnia più presente nelle nostre case, dobbiamo ricordarci che restano prima di tutto delle prede, sia per quanto riguarda la vita in natura, che per quanto concerne quella in cattività; ricordiamoci che l'uomo sfrutta questi animali per vivisezione, carne e pellicce da moltissimi decenni. Non possiamo comportarci con loro come faremmo con un cane, se non vogliamo sbagliare tutto.

Innanzitutto dobbiamo distinguere tra freezing e immobilità tonica; viene utilizzato quasi sempre il primo termine, ma sono due cose distinte. Mentre nel freezing il coniglio si appiattisce a terra, nel tentativo di rendersi invisibile a qualsiasi pericolo, nell'immobilità tonica questo appare come svenuto, per far perdere interesse al possibile predatore; i parametri vitali rallentano la loro attività al minimo indispensabile (infatti un'immobilità prolungata può essere pericolosa) E' una reazione assolutamente involontaria, come risposta al terrore che sta provando in quel momento. Un coniglio non decide di entrare in immobilità tonica, ci entra e basta. Ci sono studi che provano questo comportamente anche sull'uomo; alcuni stati di estrema paura letteralmente possono immobilizzarci, contro la nostra volontà.

Mi ricordo della mia prima cricetina, Claire, che durante le manipolazioni del veterinario si è finta morta per ben due volte, riprendendosi poi non appena l'ho presa tra le mie mani.

Spesso, sul web, mi imbatto in fotografie di conigli in braccio, cullati come fossero dei neonati, oppure stesi a pancia all'aria sulle gambe dei proprietari, estasiati (i proprietari, non i conigli!). Quello è il caso di immobilità tonica più frequente nei conigli domestici, perchè non conoscendo il comportamento dei propri animali, il proprietario tende a pensare che il piccolo sia talmente rilassato da addormentarsi in braccio.


Solitamente basta rimettere il coniglio a terra per farlo riprendere dal suo stato catatonico, se però l'immobilità fosse dettata da una seria situazione di pericolo (come potrebbe essere l'attacco da parte di un cane o di un gatto) è consigliabile controllarlo e portarlo a fare una visita di controllo presso il vostro veterinario di fiducia.

Conigliare in tempi di crisi - parte 3 - Spese veterinarie

Abbiamo volutamente lasciato per ultimo il discorso sulle spese veterinarie.
Crediamo che non ci sia nemmeno bisogno di dire che sulle spese veterinarie non si può e non si deve risparmiare. Quando un coniglio (così come qualsiasi altro animale) si trova in difficoltà è importante potersi appoggiare ad un professionista esperto e competente.

Sempre più spesso ci capita di leggere in rete insulti riferiti ai veterinari che a quanto pare vengono visti come “ladri che approfittano del malessere degli animali per arricchirsi”.
Lo staff di Rosicchiamo Tutti Insieme ci tiene a precisare di essere completamente contrario a questi insulti gratuiti e infantili.

Se decidete di prendervi cura di un animale dovete essere consapevoli che esso, prima o poi, potrà manifestare qualche problema di salute e quindi è bene mettere in conto di dover affrontare delle spese (anche piuttosto ingenti) per garantire ai vostri pet le migliori cure possibili.
Curare i vostri animali è una vostra responsabilità! Il veterinario è un professionista che ha compiuto un percorso di studi faticoso e costoso (a maggior ragione per i veterinari esperti in esotici), che ha una vita privata (come tutti noi del resto) e che deve far fronte a delle spese per mantenere la propria famiglia e la propria attività.
E' stupido pensare che debba lavorare gratuitamente perché voi avete deciso di prendervi in carico un animale.

Detto questo, per far fronte ad eventuali emergenze la prevenzione è fondamentale. Curare l'alimentazione, la pulizia e l'ambiente in cui l'animale vive è uno dei metodi migliori per evitare il maggior numero di rischi e malattie.
Se avete molti animali è consigliabile accantonare qualche piccola somma di denaro ogni qualvolta ne avrete la possibilità in modo da avere un piccolo fondo che vi permetta, in caso di difficoltà, di far fronte a spese veterinarie impreviste.

E veniamo quindi alla scelta del veterinario (ne abbiamo parlato anche qui: perché scegliere un veterinario esperto in esotici), secondo noi la scelta migliore è quella che concilia questi 3 fattori:
  • reperibilità
  • distanza da casa
  • attrezzature presenti in clinica
Premettendo che con il tempo potrete instaurare un rapporto di fiducia con il vostro vet, è importante considerare quanto quest'ultimo sia reperibile. In caso di emergenze rischiate infatti di dovervi rivolgere a pronto soccorsi veterinari o a cliniche in cui non siete mai stati, con un conseguente aumento dei costi (solitamente, se il cliente è “costante” è probabile che venga applicato qualche sconto).

In ugual modo sono importanti anche le attrezzature presenti all'interno della clinica. Come abbiamo ripetuto diverse volte, quando un coniglio sta male la diagnosi dev'essere il più rapida possibile. Un veterinario che non ha a disposizione i macchinari fondamentali dovrà appoggiarsi agli studi di colleghi più forniti e, ammettendo di trovare subito una clinica disposta a fargli utilizzare la propria attrezzatura, l'aumento dei costi è praticamente assicurato in quanto non sarà il vostro vet a stabilire il costo della prestazione ma la clinica che presta il macchinario.


Naturalmente è indispensabile valutare anche la distanza tra la clinica che avete scelto e la vostra abitazione per non incappare in costi spropositati di carburanti e autostrade.

Conigliare in tempi di crisi - parte 2 - Alimentazione

L'alimentazione è uno degli aspetti fondamentali e da tenere in maggior considerazione, possiamo suddividerla in 3 categorie:fieno, verdure, pellettato e premietti .

Il pellettato non è assolutamente necessario nell'alimentazione del coniglio, è uno snack che viene utilizzato per viziarli e in quanto non necessario può essere facilmente eliminato. Tuttavia potete continuare a viziare i vostri conigli dando loro chips di mela, banana o ananas (a breve vi pubblicheremo una ricetta per prepararle in casa) o qualche chicco di uva passa. Il niglio apprezzerà senza dubbio queste piccole attenzioni!

Il fieno è praticamente la base dell'alimentazione lapina. Dev'essere fresco (quindi verde), profumato (senza muffe) e possibilmente biologico (la produzione deve avvenire senza l'ausilio di pesticidi). I fieni in commercio sono di ottima qualità ma purtroppo parecchio costosi. Una buona soluzione è informarsi e cercare un'azienda produttrice di foraggi o più semplicemente un contadino che abbia del terreno coltivato a foraggio, il fieno misto per cavalli va più che bene, controllate solo che non contenga troppa erba medica (ricca di calcio).

Fieno misto per cavalli 

Solitamente le aziende produttrici vendono il fieno in ballette (dimensioni circa 100x60x30 cm) dal peso di circa 25/30 kg, i costi sono decisamente più convenienti dei negozi. Il fieno che acquisto per i miei conigli viene venduto appunto in ballette da 30 kg a prezzi irrisori rispetto ai negozi (per esempio, nell'azienda da cui compro il fieno per i miei animali una balletta costa 5€).
In caso non riusciate a trovare un'azienda di foraggi nella vostra zona, potete sempre contattare il maneggio più vicino. Solitamente nei maneggi si usano appunto le ballette di fieno, potete chiedere se è possibile acquistarne un paio o chiedere di essere indirizzati dal loro fornitore.
Se per voi 30 kg di fieno sono troppi oppure non avete spazio per stoccarli (vanno tenuti in un posto fresco e asciutto per evitare la formazione di muffe), potete sempre accordarvi con qualche amica conigliara e dividere la balletta.

Vi consigliamo anche di rivolgervi alle varie associazioni di volontariato che salvano conigli, in particolare La Voce dei Conigli all'interno del Mercatino Lapino Solidale propone i Cubotti (ballette da 5 kg di fieno biologico) che, come testimoniano le foto, sono molto apprezzati dai lapini! Inoltre acquistando i cubotti e altri articoli dal Mercatino Lapino contribuirete ad aiutare l'associazione nel recupero e nella gestione di moltissimi coniglietti abbandonati (e visto che ci siete, date un'occhiata agli album delle foto, sono spassosissimi!).

Le verdure invece sono il punto dolente. Il loro prezzo negli ultimi anni ha subito incrementi continui e dovendole fornire fresche (non cotte o decongelate) ci troviamo a dover fare la spesa almeno una volta ogni settimana per sfamare le belve. I più fortunati possono organizzare un piccolo orticello (volendo anche sul terrazzo) in cui coltivare le verdure necessarie a sfamare i lapini, tuttavia le verdure richiedono tempo per crescere e maturare quindi nel frattempo dovrete comunque acquistarle.


La nostra spesa per sfamare i pelosi. 30 Kg di verdura a circa 30€ 
Una buona soluzione sono i mercati ortofrutticoli dove solitamente la verdura viene venduta all'ingrosso (cioè a cassetta) e a prezzi decisamente più contenuti rispetto ai negozi. 


Gli ortomercati si trovano soprattutto nelle grandi città quindi, se vivete lontane, potete organizzarvi con qualche amica per dividere i costi di trasporto (carburante/autostrada) o per comprare verdure in comune. Per quanto riguarda la mia esperienza ho notato che le verdure che acquisto all'ortomercato hanno una durata superiore a quelle dei negozi e durano fino a 8/10 giorni (se conservate in frigorifero ovviamente). Anche la spesa è decisamente vantaggiosa in quanto all'ortomercato spendiamo in media 30€ per acquistare verdure con cui sfamare cavie e conigli per 10 giorni, mentre in negozio spendiamo dai 15 ai 20€ e immancabilmente la verdura finisce dopo soli 3-4 giorni. 

Conigliare in tempi di crisi - parte 1 - Lettiera

Purtroppo da qualche anno a questa parte la crisi economica ha toccato il nostro paese mettendo a dura prova le famiglie italiane.
Chi condivide la casa con un animale domestico si è trovato a dover far fronte anche alle spese che esso comporta e che gravano in modo non indifferente sul bilancio famigliare.

Che dire dei conigli? In Italia moltissime famiglie li hanno scelti come pet, la popolazione lapina è quindi numerosissima e purtroppo noi “conigliare” sappiamo bene quali e quante spese possa comportare avere un coniglio per casa.

Con questa piccola serie di tre articoli vorremmo darvi qualche consiglio per ridurre le spese senza però compromettere la qualità della vita dei vostri conigli.

La gestione dei conigli, parlando in termini di costi, si può riassumere in 3 fattori principali:

- Alimentazione
- Spese veterinarie
- Lettiera

Partiamo proprio da quest'ultima. La lettiera è un aspetto fondamentale e spesso trascurato, ma la scelta di un substrato che abbia una buona resa è indispensabile per dare un taglio alle spese.

Lettiera in paglia pressata
Come già detto in diversi articoli, la lettiera consigliata per conigli è il pellet da stufa, possibilmente composto da solo legno di faggio. Purtroppo con l'avvicinarsi della bella stagione è sempre più difficile reperire pellet di buona qualità (che non contengano legno proveniente da alberi resinosi o colle) quindi è quasi inevitabile comprare il pellet specifico per animali che purtroppo ha costi molto più alti.

Una valida alternativa può essere la lettiera in paglia pressata che viene solitamente usata per cavalli che potete reperire presso alcune aziende produttrici di foraggi (spesso trattano anche le lettiere) o nei maneggi. 

La lettiera in paglia pressata viene venduta in sacchi da 40 kg al costo di 9€ circa. Ha una resa ottimale (basti pensare che è prodotta per cavalli) e un costo più conveniente rispetto al pellet da stufa. Inoltre essendo composta da paglia non rischia di causare intossicazioni a contatto con l'urina, semplicemente quando viene bagnata con qualsiasi liquido si sbriciola (proprio come il pellet da stufa) e può essere smaltita nei rifiuti (se nel vostro comune si applica la raccolta differenziata informatevi su come smaltire correttamente la lettiera).
Se non avete spazio per conservarla (in un luogo asciutto e fresco) potete creare un piccolo gruppo d'acquisto con cui dividerla risparmiando ulteriormente sui costi di trasporto.

Controllate solo che il coniglio non decida di assaggiarla ingerendone grosse quantità (è pur vero che si tratta solo di paglia ma è sempre meglio prevenire piuttosto che dover affrontare dei blocchi intestinali). 

Mamma, mi compri un criceto?

Quanti genitori si sono sentiti rivolgere questa domanda almeno una volta dai propri pargoli?
E quanti hanno finito per cedere e comprare un animale senza informarsi a fondo sulla sua gestione?
Siamo dell'idea che crescere con un animale sia un'esperienza bellissima, decisamente utile per i bambini. Tuttavia dev'essere affrontata nel modo giusto, con le dovute cure e rispetto che ogni essere vivente merita.
Con questo post vorremmo proporvi un gioco da fare con i vostri bimbi per far capire loro cosa significa avere delle responsabilità e permettere a voi di verificare che la voglia di avere un animaletto non sia solo un capriccio momentaneo.
Il materiale che vi occorre è facilmente reperibile in casa, avrete bisogno di:

un palloncino ad acqua (su cui disegnerete il muso di un animaletto)
un cestino o una scatola (va benissimo una vecchia scatola da scarpe)
due ciotoline o due bicchieri (anche in plastica)
un po' di carta assorbente

Si ringrazia il criceto Tutor per la partecipazione.
Riempite il palloncino d'acqua e disegnate il muso di un animaletto, questo sarà il piccolo amico di cui il vostro bimbo si dovrà occupare nelle settimane seguenti.
Nella scatola sistemate un piccolo habitat con un bicchiere d'acqua, un bicchiere con il cibo (semini o pane, insomma qualsiasi cosa vi venga in mente) e un giaciglio fatto con la carta.
Date al bimbo la responsabilità di seguire il finto animaletto cambiando l'acqua, il cibo e pulendo il nido (ogni tanto sporcate la carta del nido con dei pennarelli e chiedete al bimbo di cambiarla).
Vi chiedete perché abbiamo scelto un palloncino ad acqua per rappresentare l'animaletto?
Semplice, il palloncino è delicato, non deve cadere e non può essere “maltrattato” in quanto si romperebbe, in questo caso sta a voi spiegare al bimbo che per questa volta il danno non è così grave poiché si tratta appunto di un palloncino, ma se fosse stato un vero animaletto a cadergli di mano? Cosa sarebbe successo?
I bambini non sono stupidi, fategli capire cosa significa avere delle responsabilità. Siamo convinte che la maggior parte dei bimbi si dimenticherà del finto animaletto nel giro di pochi giorni. Cambiare acqua/cibo, pulire la “gabbia” non sono attività poi così allettanti e sicuramente dopo la curiosità dei primi giorni l'idea di prendere un animale avrà perso gran parte della sua attrattiva.

Naturalmente, qualora il gioco vada a buon fine e decidiate di acconsentire alla richiesta del vostro bimbo, il compito di accudirlo spetterà a voi genitori. Il bimbo potrà assistervi ma non è il caso di fargli fare tutto da solo; è sempre meglio essere cauti quando c'è una vita di mezzo.
Abbiamo citato il criceto perché solitamente è uno degli animali che viene acquistato d'impulso e senza troppe riflessioni ma è un discorso che si può applicare a qualsiasi tipo d'animale.
Se avete intenzione di allargare la famiglia ospitando un animaletto, valutate sempre l'adozione! In Italia ci sono associazioni per tutti i tipi di animali, dai pennuti, ai criceti, ai conigli, ecc. presso cui vengono accolti migliaia di animali abbandonati o in difficoltà. Spesso si dice che i requisiti richiesti dalle associazioni siano troppo rigidi ma in realtà qualsiasi associazione seria chiede solo il minimo indispensabile per consentire all'animale adottato di vivere in condizioni dignitose, quindi se non rispettate lo standard richiesto significa che non siete in grado di gestire al meglio l'animale. Prendetevi un po' di tempo per capire dove sbagliate, o chiedete aiuto ai volontari, e correggete eventuali errori. Gestire male un animale è controproducente per tutti , soprattutto per l'animale che spesso ci rimette la vita.

In caso di bisogno, all'interno del nostro blog troverete varie sezioni con i principali cenni sulla gestione dei più comuni animali esotici che si possono trovare in Italia.
Siamo curiose di sapere se qualcuno deciderà di seguire il nostro consiglio e se tenterà questo esperimento/gioco con il proprio bimbo. Fateci sapere cosa ne pensate e quali sono stati i risultati!

Trachemys Scripta Elegans - gestione e malattie

Negli articoli precedenti vi abbiamo spiegato come allestire un acquaterrario idoneo e qual è l'alimentazione ideale per le tartarughe d'acqua dolce (in particolare abbiamo tenuto come riferimento la specie Trachemys che è una tra le più diffuse). A questo punto avete già preparato l'habitat, vi siete procurati il necessario per alimentarla...manca solo la tartaruga! A questo proposito vi sconsigliamo di acquistarla in negozio.

Purtroppo le tartarughe in negozio hanno aspettative di vita assai limitate (a meno che non si tratti di un rarissimo negozio specializzato che tratti gli animali con rispetto e non semplicemente come merce). Piuttosto rivolgetevi ad un allevatore serio (magari evitate gli annunci gratuiti su siti come subito.it, la maggior parte dei sedicenti allevatori in realtà non sa nemmeno distinguere la specie di rettile che alleva...) o piuttosto ad una fiera specializzata (vi segnaliamo il Reptiles Day di Longarone).

Di fatto, la parte più impegnativa della gestione è sistemare l'acquaterrario. Per una corretta gestione della tartaruga bastano poche semplici regole:- Inserire un termometro per controllare la temperatura dell'acqua (temperatura ottimale: 24/25°).- controllare che l'acqua non ristagni e che il filtro funzioni a dovere- accendere le lampade (spot e uv) per almeno 10/12 ore al giorno (a questo proposito potete utilizzare un timer automatico che accenda e spenga le luci ad orari prestabiliti, si trovano in tutti i negozi d'elettronica e brico center)- alimentare la tartaruga come vi abbiamo spiegato nell'articolo precedente.

Come già detto le tartarughe mangiano prevalentemente in acqua, dopo i pasti vi conviene controllare che non vi siano residui di cibo troppo grandi per essere smaltiti dal filtro. Potete organizzarvi utilizzando una seconda vasca per alimentare la tarta in modo da non sporcare l'acquaterrario. Se la vostra tartaruga vive all'esterno, il laghetto (o stagno) deve avere una profondità maggiore di 80/100 cm per permettere alla tartaruga di fare il letargo senza rischiare di morire per ipotermia. La temperatura ottimale è compresa tra i 10° e i 4°, al di sotto dei 4° la tartaruga rischia di subire danni neurologici a causa del freddo o di morire per ipotermia.Per le tartarughe che invece vivono in casa non ci sono problemi, potete evitare il letargo (in questo caso occhio al peso del rettile, il rischio di obesità è meggiore per le tarte che non fanno  letargo) o optare per un letargo controllato in cantina o in garage (dove solitamente le temperature sono abbastanza basse da consentire il letargo). Anche con una gestione ottimale la vostra tartaruga può purtroppo incappare in qualche malattia che però può essere prontamente risolta con una visita presso un veterinario esperto in rettili.Le malattie e i principali problemi possono essere:

- obesità: da non sottovalutare! Le tartarughe afflitte da obesità, avendo la maggior parte del corpo racchiusa nel carapace, rischiano seri danni agli organi interni che vengono compressi in posizioni innaturali. Un'alimentazione adeguata dovrebbe essere sufficiente a scongiurare questa patologia.

- piramidelizzazione degli scuti: alcuni scuti crescono in modo anomalo assumendo una forma, appunto, di piramide e risultando molto più alti del dovuto. Questa patologia è dovuta a scompensi alimentari (soprattutto a diete ricche di grassi).

- MOM (malattia ossea metabolica): il carapace presenta malformazioni ed è morbido al tatto. Questo è indice di una cattiva alimentazione e di una carenza di calcio. La deformazione è permanente e comporta problemi motori arrivando a provocare la morte dell'animale (che in alcuni casi non riesce più nemmeno a nutrirsi).

- micosi: infezione da funghi che può causare seri danni al carapace causando infezioni. Spesso dipende da una cattiva igiene dell'acqua e da una mancata esposizione ai raggi UV

- SCUD: setticemia, le cause sono simili alla micosi. La tartaruga manifesta ferite infette, torpore e inappetenza.

- Gotta: causata da un squilibri alimentari (come essessi di proteine e dieta poco varia), i sintomi sono edemi e gonfiori agli arti e malformazioni del carapace (simili alla piramidelizzazione).

- Ipovitaminosi A: causata principalmente da una carenza di vitamina A e condizioni igieniche trascurate. Tra i sintomi infiammazione agli occhi, gonfiore agli occhi e cecità temporanea.

- congiuntivite: causata da corpi estranei (come la sabbia da fondale) che si depositano sotto le palpebre infiammandole. Sintomi: occhi gonfi, cecità temporanea, inappetenza e torpore.

- malattie respiratorie (rinite e polmonite): causate da sbalzi di temperatura (ecco perché spot e termoriscaldatore sono molto importanti!) o da animali infetti. I sintomi sono: scolo nasale, respirazione a bocca aperta (nei casi più gravi), inappetenza e torpore.

- Ascessi: le tartarughe acquatiche sono particolarmente soggette agli ascessi auricolari che si presentano come un rigonfiamento della membrana timpanica.

- parassiti: anche le tartarughe possono incappare in parassitosi sia esterne (come le zecche) che interne (localizzate nel tratto intestinale). In particolar modo le infestazioni da parassiti intestinali vanno curate nel più breve tempo possibile poiché possono causare un rapido deperimento dell'animale e conseguente morte.

- costipazione intestinale (o blocco): può avvenire per l'ingestione di corpi estranei che la tartaruga non riesce poi ad espellere, o per il rallentamento della motilità intestinale, il cibo si blocca nell'intestino e forma una massa dura e compatta.

- tumori

- distocia: ossia ritenzione delle uova. malformazioni dell'animale o un'errata calcificazione dell uova posso bloccare il loro percorso nell'ovidotto causando anche la morte dell'animale.

- ritenzione degli scuti: il carapace delle tartarughe subisce diverse mute, i vecchi scuti si staccano per lasciare spazio a quelli nuovi che si sono già formati. Se i vecchi scuti rimangono però attaccati al carapace creano una specie di camera d'aria tra il nuovo e il vecchio carapace, in tale spazio i batteri proliferano arrivando anche a causare delle necrosi. Solitamente è causato da una mancata esposizione alla lampada UV o da una carenza di calcio.

- traumi al carapace: moltissime tartarughe presentano ferite più o meno gravi in seguito al risveglio dal letargo, le cause possono essere molteplici: dai proprietari disattenti che non notano la tartaruga e la feriscono mentre tagliano il prato (capita spessissimo), ai roditori che mangiano letteralmente il carapace della povera tarta, a traumi come cadute (le tartarughe non hanno senso del vuoto).

- lesioni cutanee : graffi, escoriazioni e ferite accidentali possono facilmente infettarsi se non vengono tenute sotto controllo

Prima di acquistare o adottare una tartaruga (molte associazioni recuperano tartarughe abbandonate, basta una rapida ricerca in rete per trovarne parecchie), è necessario cercare il nominativo di un veterinario esperto in rettili che possa seguirvi in caso di problemi. In rete si trovano molti rimedi fai-da-te ma sono metodi molto imprecisi che rischiano solo di aggravare la situazione. In caso doveste riscontrare cambiamenti nella vostra tartaruga (torpore, inappetenza, ferite, ecc) contattate tempestivamente il veterinario che vi saprà sicuramente consigliare la procedura più corretta per rimettere in forma la tarta

Trachemys Scripta Elegans - alimentazione

Mangiateli tu i gamberetti, se proprio ci tieni!
L'alimentazione è un aspetto fondamentale per la corretta crescita di qualsiasi essere vivente e va curato fin nei minimi dettagli.
Per quanto riguarda le tartarughe vi è purtroppo molta ignoranza dettata soprattutto dalla convenienza dei commercianti che tendono a proporle come animali dalla facile gestione, la cui alimentazione è basata su gamberetti essiccati venduti in comodi barattoli con dosatore. Niente di più sbagliato.

La maggior parte delle tartarughe acquatiche, in particolare la specie Trachemys che è una delle più diffuse, sono onnivore e la loro alimentazione deve fornire il giusto equilibrio tra carboidrati, grassi e proteine per permettere all'animale di crescere in modo corretto.
Naturalmente con l'età si modifica anche la necessità della tartaruga di assumere determinati alimenti, in questo senso una tartaruga giovane avrà bisogno di una maggiore percentuale di proteine (preferendo quindi una dieta carnivora) rispetto ad un'esemplare adulto che sarà più orientato verso una dieta vegetariana.

Un'alimentazione ottimale comprende i seguenti alimenti:
- pesce (fresco o decongelato, meglio se di fiume). I latterini per esempio, sono più che adatti (vanno forniti interi) e si possono reperire facilmente nei supermercati o nelle pescherie. Le Trachemys, essendo cacciatrici, possono essere nutrite con prede vive, soprattutto in caso di tartarughe riluttanti a mangiare. La preda viva stimola la curiosità ed il senso della caccia del rettile e lo spinge ad alimentarsi. Personalmente ho sempre preferito evitare di utilizzare prede vive e lo consiglierei solo in caso di rettili inappetenti...

- verdure: sono consigliate tutte le verdure con un alto apporto di vitamina A (come le carote ad esempio). Non tutte le tartarughe però sono inclini a cibarsi di vegetali, in caso di rifiuto potete ricorrere ad integratori (sotto consiglio veterinario) o a piante acquatiche.

- pellet: non indispensabile ma può risultare utile per integrare vitamine nella dieta della tartaruga. Chiedete consiglio al veterinario per la scelta della marca e della composizione ottimale.

- osso di seppia: non è un vero e proprio alimento ma viene considerato un ottimo integratore di calcio. Potete utilizzare sia quelli freschi (chiedete in pescheria) che quelli in commercio per uccelli (dopo averli accuratamente lavati). Lasciate l'osso di seppia va lasciato galleggiare nell'acqua, la tartaruga lo morderà di tanto in tanto e ciò contribuirà a mantenere costante l'apporto di calcio.

Come già detto i gamberetti disidratati sono totalmente inutili nella dieta di una tartaruga. Non hanno principi nutritivi utili, anzi, per fare un paragone, sarebbe come nutrire un bambino con caramelle e patatine fritte per tutta la vita. Evitateli!

La digestione nei rettili è molto lenta, gli esemplari adulti non vanno nutriti ogni giorno ma a giorni alterni o due alla settimana mentre per le tartarughe baby vanno nutrite 6 giorni su 7. Va servito un solo pasto al giorno e preferibilmente la mattina, ad ogni pasto potete alternare gli alimenti (per es. lunedì verdura, mercoledì pesce, venerdì pesce e così via).

Non sottovalutate mai l'importanza di un'alimentazione bilanciata poiché si tratta di un fattore fondamentale per far si che il vostro animale cresca sano  e senza problemi.

Trachemys Scripta Elegans - morfologia e distinzione del sesso

Conoscere al meglio le tartarughe è uno dei passi fondamentali per poter capire al volo se il rettile ha qualche problema.

La caratteristica che distingue le tartarughe dalla maggior parte dei rettili è la corazza che si suddivide in due parti:
- carapace: la parte superiore del guscio
- piastrone: la parte inferiore

I lembi di corazza che uniscono piastrone e carapace sono detti ponte osseo.

La corazza è inoltre formata da due "strati":
- lo strato superficiale che è formato dagli scuti che assumono colorazioni diverse in base alla specie (nel caso delle Trachemys Scripta sono di colore marrone/verde oliva sul carapace e gialli con macchie nere sul piastrone)
- lo strato profondo che invece è formato da placche ossee che danno rigidità alla corazza

Gli scuti nelle Trachemys, cadono per desfogliazione durante la muta. In pratica, i vecchi scuti si staccano dalla corazza per lasciare il posto ai nuovi scuti che si sono già formati. Non è raro trovare pezzi di scuti nella vasca, se infatti controllate la tartaruga noterete che alcuni scuti possono essersi spezzati durante la muta. Il problema si risolverà da sé quando la tartaruga perderà la parte rimanente dei vecchi scuti (potete sempre aiutarla staccando gli scuti che si sollevano rispetto alla corazza).

La testa e il collo nelle Trachemys Scripta presentano invece striature gialle su fondo verde, in aggiunta alle caratteristiche macchie sulle membrane timpaniche che ne determinano la sottospecie (gialle per la Trachemys Scripta Scripta, rosse per la Trachemys Scripta Elegans e giallastro/arancio per la Trachemys Scripta Troostii).

Le dimensioni di una Trachemys Scripta adulta variano tra i 27 cm e i 30 cm ed hanno una vita media di 30 anni.

Per poter sessare una tartaruga Trachemys S. è necessario aspettare che il piastrone raggiunga i 10 cm di lunghezza. La distinzione è semplice:
- maschio: coda lunga e spessa, unghie lunghe (ma veramente lunghissime!) e parte finale del piastrone leggermente concava (per favorire l'accoppiamento).
- femmina: coda corta e sottile, piastrone uniforme anche nella parte posteriore e unghie corte.

Volutamente non daremo alcuna istruzione per quanto riguarda l'accoppiamento e la cura di eventuali cucciolate, se avete dei dubbi vi invitiamo a rivolgervi al vostro veterinario. Se proprio volete accogliere un nuovo esemplare di tartaruga vi invitiamo come sempre a contattare le associazioni che si occupano di recuperarle o i centri di recupero più vicini a voi.

Trachemys Scripta Elegans - habitat

Le deliziose tartarughine vendute in fiere e negozi vengono spesso presentate come animaletti semplici da gestire, che richiedono poca "manutenzione" e soprattutto poco spazio.
Nulla di più sbagliato.

Inizialmente questi rettili misurano pochi centimetri e il negoziante di turno vi suggerirà di acquistarli insieme all'immancabile vaschetta "con la palma". Questo tipo di habitat è fortemente sconsigliato per due motivi principali:

1) Le tartarughe hanno bisogno di nuotare e muoversi in acqua. Sono animali molto più attivi di quel che ci fa credere la cultura popolare.
Per darvi un'idea del livello dell'acqua calcolate che esso dev'essere pari al doppio della lunghezza del carapace (dalla testa alla coda), per le tartarughe baby (ossia cucciole) l'acqua non deve superare i 5/10 cm. Molte tartarughe baby muoiono infatti annegate se sistemate in vasche troppo profonde perchè non hanno la forza sufficiente per arrivare alla zona emersa.

2) Considerate che la tartaruga, nonostante passi molto tempo a crogiolarsi alla luce del sole o delle lampade, vive principalmente in acqua. Le Trachemys in particolare non producono saliva ed hanno una lingua fissa quindi devono obbligatoriamente mangiare dentro una vasca. Le vaschette in plastica sono poco più alte di 5 cm e sarebbe impossibile sistemarvi un filtro che mantenga l'acqua pulita...nel giro di 24 ore l'acqua nella vaschetta si trasformerebbe in una sorta di latrina con rimasugli di cibo e bisogni della tartaruga stessa. Non è certo igienico né per noi, né per la tartaruga che dentro l'acqua deve appunto vivere.
Cambiare l'acqua ogni giorno e disinfettare la vaschetta può essere dannoso per la tarta. L'acqua del rubinetto non va mai messa direttamente nell'acquaterrario in quanto contiene metalli pesanti che andrebbero a minare la salute dell'animale. E' necessario lasciar decantare l'acqua almeno 24 ore in un secchio e "scartare" poi circa 5 cm di acqua che si trova sul fondo (dove tendono ad accumularsi i metalli pesanti). Con una vaschetta di dimensioni limitate non avrebbe senso.

Per questi motivi è necessario allestire un acquaterrario con le caratteristiche che vi illustriamo di seguito:
- dimensioni: l'acquaterrario ideale per una Trachemys adulta misura come minimo 100x50x50 cm. Trattandosi di animali molto territoriali vi consigliamo di non scendere mai sotto queste dimensioni.
E' anche possibile usare un cassone in plastica (quelli che in genere vengono venduti per riporre i giocattoli vanno benissimo), l'importante è che abbia delle buone dimensioni e che possa contenere una quantità adeguata d'acqua.

- lampade spot e termoriscaldatore: le tartarughe sono rettili a sangue freddo ed hanno bisogno di regolare la temperatura corporea per favorire la digestione dei pasti (che è molto lenta) e mantenere attivo il metabolismo. Nelle tartarughe esposte a temperature troppo rigide può verificarsi la condizione di semi-letargo, in pratica la tartaruga è sveglia e attiva (anche se meno rispetto al solito) ma non mangia. Questo comporta un continuo dispendio di energie che non vengono poi integrate con l'apporto di cibo, le conseguenze sono deperimento dell'animale e morte.
Per questo è fondamentale che l'acqua raggiunga una temperatura di 24/25°, procuratevi un termometro per acquari (da posizionare nell'acqua, lontano dalla zona emersa) e monitorate la temperatura. In caso l'acqua dovesse essere troppo fredda dovrete procurarvi un termoriscaldatore che mantenga la temperatura adeguata.
La lampada spot è importante per riscaldare l'aria all'interno dell'acquaterrario e mantenere un equilibrio tra la temperatura dell'acqua e la temperatura esterna in modo da evitare brusche escursioni termiche che potrebbero far ammalare la tartaruga.
Le lampade spot specifiche per rettili costano circa 15€ ma possono essere sostituite con lampade ad uso domestico come lampadine o faretti alogeni, lampade al neodimio, lampade infrarossi o lampade in ceramica. E' importante che il voltaggio della lampadina sia proporzionale alla grandezza del terrario.
NB: queste lampade non generano raggi UV ma hanno il solo scopo di produrre calore. Dovrete quindi procurarvi una seconda lampada come descritto di seguito.

lampada UV: le tartarughe non sintetizzano la vitamina D3 che è necessaria per fissare il calcio e di conseguenza per una crescita ottimale del carapace. L'esposizione ai raggi Uv permette alle tarte la sintetizzazione della vit. D3 e sono quindi necessari per la crescita del rettile.
Se avete la possibilità di alloggiare la tartaruga all'esterno non vi dovete preoccupare dell'esposizione ai raggi UV, la tartaruga si regolerà da sé.
In alternativa, se state allestendo un acquaterrario in casa dovete procurarvi una lampada che appunto emetta i raggi UV.
Fortunatamente questo di tipo di lampada è facilmente reperibile presso qualsiasi negozio che tratti rettili. Potete scegliere tra i neon o neon compatti (entrambi vanno sostituiti dopo 6 mesi d'utilizzo) o le lampade ai vapori di mercurio (consigliate poiché hanno una resa e una durata maggiore rispetto ai neon). In commercio è possibile trovare anche lampade UV che svolgano anche la funzione della lampada Spot per ottimizzare gli spazi e ridurre i consumi di energia elettrica.
La lampada dev'essere sistemata a circa 20/30 cm dalla zona emersa e non devono esservi barriere (vetro, plastica, plexiglass) tra la zona emersa e la lampada poiché impedirebbero ai raggi UV di raggiungere il rettile.

filtro: ultimo, ma non per importanza, è necessario inserire in acquaterrario un filtro che contribuisca a mantenere l'acqua pulita. Sono consigliati i filtri esterni poiché i filtri interni vengono solitamente concepiti per acquari popolati da pesci (che sporcano decisamente meno di una tartaruga). Il filtro va riempito con spugna specifica e cannolicchi in ceramica (in cui si svilupperanno i batteri che contribuiscono ad eliminare le impurità dall'acqua). I batteri all'interno del filtro hanno bisogno di "maturare" ossia di riprodursi e creare delle vere e proprie colonie all'interno dei cannolicchi. Questo procedimento può durare anche diversi giorni quindi non preoccupatevi se inizialmente vi pare che il filtro non faccia il suo dovere. Ricordate che ogni volta che pulirete il filtro igienizzandolo, andrete ad eliminare tutti i batteri che dovranno nuovamente moltiplicarsi e installarsi nei cannolicchi.
Come già detto in precedenza è importante evitare di inserire acqua di rubinetto direttamente nel terrario, i metalli pesanti ed il cloro contenuto in essa, oltre a danneggiare la tartaruga, danneggiano anche i batteri compromettendo il funzionamento del filtro. Per ovviare a questo problema è sufficiente lasciar decantare l'acqua qualche giorno prima di inserire il filtro e spostare il tutto nell'acquaterrario.

Evitate ogni sorta di decorazione o fondale (per es. sassolini colorati che solitamente si usano per i pesci) le Trachemys sono curiose ma soprattutto fameliche e tendono ad "assaggiare" qualsiasi cosa rischiando di ingerire pezzi di plastica o di fondale che potrebbero causa occlusioni intestinali. Piuttosto arredate il terrario con piante acquatiche che possono essere ingerite dalle tartarughe (vi consigliamo di creare a questo punto un secondo piccolo acquario in cui far riprodurre le piante in modo da averne una discreta riserva con cui sostituire quelle che immancabilmente verranno decimate dalla tarta).

Coccidiosi nel coniglio

Oggi vi parleremo di una delle principali cause di morte nelle prime settimane di vita dei coniglietti, l'infestazione da coccidi (coccidiosi).

I coccidi sono piccoli parassiti, molto comuni nei nostri conigli, che attaccano fegato e intestino.
I sintomi più frequenti sono una rapida perdita di peso, diarrea, gonfiore addominale, pelo opaco e arruffato.

I coniglietti comprati nei negozi sono molto più sensibili a questi parassiti, il perché è facile da spiegare; vengono tolti alla mamma troppo presto, di conseguenza non hanno il tempo di crescere e rinforzare le loro difese immunitarie e un'infestazione di coccidi può diventare letale.
Non sono poche le storie di coniglietti appena comprati lasciati in casa la mattina che stavano bene, ma trovati morti poche ore dopo.

Solitamente i conigli adottati presso le associazioni sono già tutti testati e trattati, se è il caso. Un altro risvolto positivo dell'adozione!

Se comprate o trovate un coniglietto, la prima cosa da fare è portarlo presso un veterinario specializzato in animali esotici, portandosi dietro un campione di feci. In poco tempo vi sapranno dire se il coniglio è negativo o positivo e discuterete insieme la terapia più adatta. Un coniglio negativo, che non viene a contatto con altri conigli, difficilmente potrà contagiarsi, ma è buona norma portare un campioni di feci a ogni visita di controllo o richiamo del vaccino, così da tenere sempre tutto sotto controllo.

Se avete un coniglio negativo e decidete di inserirne un secondo, evitate di farli venire a contatto fino a che anche l'ultimo arrivato non sarà testato ed eventualmente trattato.

Evitate come la peste i mangimi contenenti "coccidiostatico", anche se si tratta di solo pellettato.
La quantità presente è talmente bassa da non poter fare nulla in caso di infestazione, ma se il coniglio fosse negativo gli farete solamente assimilare inutili farmaci.

Ci siamo allargati!

Carissimi utenti,
Rosicchiamo tutti insieme espande i suoi orizzonti, da oggi potrete seguirci anche su Twitter!
Vi aspettiamo numerosi!

Encefalitozoonosi: di cosa si tratta e a cosa serve il CIA test

L'encefalitozoonosi è una malattia causata da un parassita, l' Encephalitozoon Cuniculi, presente nella maggior parte dei nostri conigli domestici.

Le forme di trasmissione sono diverse; i conigli possono essere contaminati nei seguenti modi:

·    Quando ancora non sono nati. Se una coniglia gravida è affetta da encefalite è probabile che anche i suoi piccoli ne saranno contagiati. Abbiamo già ribadito più volte la nostra opinione riguardo gli allevamenti “amatoriali” ma vorremmo ancora una volta chiedervi di non prendere alla leggera la riproduzione degli animali. Se siete decisi a far accoppiare la vostra coniglia accertatevi prima che non sia affetta da encefalite!

·    Tramite il cibo contaminato da urine di conigli infetti. Infatti dopo circa 4/6 settimane dal contagio, il coniglio sviluppa gli anticorpi e comincia ad espellere le spore attraverso le urine. Queste sono facile fonte di infezione per tutti i conigli che vivono insieme. E' difficile che un coniglio adulto espella le spore tramite le urine, mentre in una cucciolata è possibile che questo avvenga fino al 4/5 mese di età, quindi se dovete tentare un inserimento sarebbe bene evitare il contatto tra il nuovo piccolo arrivato e un coniglio pre-esistente fino al quinto mese di età del primo.

E' importante sapere che non tutti i conigli infetti svilupperanno i sintomi della malattia, il parassita può restare latente e far vivere una vita lunga e sana al coniglietto; per essere sicuri della sua positività o meno consigliamo di rivolgervi al vostro veterinario di fiducia ed effettuare un cia test, di cui parliamo in questo articolo.

I principali organi colpiti sono il cervello e i reni, ma anche altri organi possono essere colpiti dall'infezione.

Tra i sintomi neurologici più famosi vi è certamente la testa inclinata (più o meno lievemente) ma sono presenti anche mancanza di equilibrio (il coniglio rotola letteralmente e non riesce più a reggersi sulle zampe), paralisi, tremori del corpo a riposo, movimento incontrollato dell'occhio (nistagmo), convulsioni e nei casi più gravi la morte improvvisa dell'animale.

Altri sintomi possono essere uveiti e cataratte (soprattutto nei cuccioli infettati in grembo dalla madre), insufficienza renale, incontinenza.

I sintomi sopra elencati non possono essere attribuiti all'encefalitozoonosi se non con esami differenziali. Ad esempio un'inclinazione della testa potrebbe anche essere sintomo di un'otite interna così come un’uveite potrebbe essere la conseguenza di un graffio all’occhio.

Potete verificare se il vostro coniglio è affetto da encefalitozoonosi tramite il CIA (Carbon Immuno Assay) Test, un esame sierologico del sangue che rileva la presenza di anticorpi legati all’encefalite. Attenzione, se il risultato fosse positivo non significa che il vostro coniglio svilupperà sicuramente la malattia, ma solo che è venuto a contatto con il parassita e che ha sviluppato gli anticorpi necessari a contrastarlo!

Il prelievo del sangue per il C.I.A. test non è troppo stressante per il coniglio. Si procede tosando una minima porzione di pelo sulla zampa posteriore e prelevando poi una piccola quantità di sangue, dopo di che si preme alcuni istanti sulla zona e il coniglio è libero di tornare a casa. Il mio coniglio, subito dopo i primi momenti, è andato nel trasportino a mangiare il fieno, quindi non è una cosa così terribile!

Consigliamo vivamente di fare questo test almeno una volta nell’arco della vita del coniglietto. In caso il valore fosse negativo (quindi il coniglio non ha mai contratto l ‘encefalitozoonosi) potreste dormire davvero sonni tranquilli e questa cosa non è da sottovalutare per noi "conigliare" ansiose. Nel caso il valore fosse positivo, qualora il veterinario lo ritenesse necessario, potrete iniziare con una terapia preventiva, che riuscirà ad abbassare i livelli di questi valori e a garantire una vita serena al piccolo.

Per quanto ci riguarda abbiamo sentito pareri discordanti tra i vari veterinari che abbiamo consultato.
E' normale, questa malattia è ancora in fase di studio e ci sono diverse scuole di pensiero.

Alcuni veterinari preferiscono trattare solo i conigli che presentano sintomi riconducibili all’encefalitozoonosi. Prima ancora di sapere se il sintomo dipende dall'encefalitozoonosi o meno iniziano comunque a trattarlo per non perdere ulteriore tempo aspettando le analisi del sangue. Solitamente questi veterinari puntano sul fatto che la positività del coniglio non significa che questo sia malato o si ammalerà mai.

Molti altri invece consigliano questo test in forma preventiva e, se i valori risultano alti, decidono di trattare il coniglio anche in assenza di sintomi. Questi veterinari puntano sull'importanza della prevenzione e dell'abbassare i valori considerati a rischio in modo da limitare la possibilità di sviluppo della malattia.

In ogni caso entrambi concordano che non è un esame invasivo e la cura è decisamente blanda (gli effetti collaterali sono davvero minimi!), quindi la scelta sta solo a voi.

A questo punto, perché consigliamo di fare il test?


Ci sono due buoni motivi a nostro parere. Il primo è che se il risultato fosse negativo vorrebbe dire che il coniglio non è mai venuto a contatto con il parassita e non ci sono rischi futuri di un'eventuale sviluppo della malattia (se non a contatto con animali infetti, ovviamente). Il secondo è che crediamo fermamente nell'importanza della prevenzione e che numerosi conigli trattati hanno visto i loro valori dimezzarsi seguendo semplicissime terapie.

A testimonianza di ciò terremo un diario aggiornato con gli esiti del cia test e seguiremo con voi il corso della terapia e i risultati delle prossime analisi del sangue.

Encefalite, diario aggiornato sui valori e le terapie dei nostri conigli.

JOY (femmina sterilizzata - hot hot - nata a febbraio 2011 e arrivata da noi a settembre 2011)

Quando ad agosto 2011 la piccola Titti venne purtroppo a mancare, Camillo si mostrò molto provato dalla perdita della compagna e decidemmo di adottare un'altra coniglietta e arrivò Joy. La veterinaria ci aveva già illustrato l'importanza di testare i conigli per l'encefalitozoonosi quindi procedemmo con il CIA test su Joy.

Primo CIA Test eseguito a settembre 2011: Joy è positiva con un valore di 1:640. Non mostra alcun sintomo quindi non è una situazione particolarmente preoccupante ma, su consiglio del veterinario, decidiamo di seguire la terapia preventiva. La terapia preventiva in questo caso è piuttosto blanda, procediamo con la somministrazione di albendazolo per due volte alla settimana per un periodo di 11 settimane. Joy reagisce bene al farmaco e non ci sono effetti collaterali.

Dopo un periodo di riposo viene ripetuto un secondo test (a novembre 2012, avremmo dovuto ripeterlo prima ma abbiamo passato un bruttissimo periodo in famiglia e ce ne siamo dimenticati).
Al secondo test Joy risulta ancora positiva ed il valore è aumentato passando a 1:1260.
Il vet. ci consiglia una terapia più massiccia per cercare di riportare il valore alla fase iniziale (in ogni caso Joy non ha mostrato alcun effetto collaterale) a base di fenbendazolo sa somministrare ogni sera per 28 giorni.

Dopo un ulteriore periodo di riposo ripetiamo il test (marzo 2013). Joy risulta sempre positiva ma il valore si nuovamente portato a 1:640 (e lei non mostra alcun sintomo della malattia).
In questo caso il vet. ci consiglia nuovamente la terapia di mantenimento con l'albendazolo da somministrare due volte alla settimana, che si protrarrà per 11 settimane.

====================================================================



CAMILLO (maschio castrato - incrocio testa di leone/angora - nato a febbraio 2007 e arrivato da noi ad agosto 2009)

Ci siamo accorti che Cami tendeva a spostare il capo verso destra, soprattutto durante il riposo. Non ha mai avuto problemi di testa inclinata o perdite d'equilibrio ma nel momento in cui fissava un determinato punto la testolina pendeva verso destra.
Ne parlammo con la veterinaria che ci spiegò che poteva essere affetto da encefalitozoonosi e ci propose di testare sia Camillo che Titti (la sua compagna).
Entrambi risultarono negativi e dopo vari controlli la veterinaria classificò il problema di Cami come "comportamentale", nulla di cui preoccuparsi quindi.

A settembre 2011 arriva in famiglia la piccola Joy, coniglietta che risulta positiva al CIA test. Decidiamo quindi di seguire una terapia preventiva anche su Camillo per rinforzare le sue difese contro la malattia e scongiurare un eventuale contagio.
Seguiamo la stessa terapia preventiva di Joy (albendazolo da somministrare due volte alla settimana per 11 settimane). Cami si mostra un patatone, come sempre del resto, e prende la medicina senza fare storie. Anzi pare proprio che gli piaccia!
Durante la terapia ho notato che le feci apparivano leggermente più piccole. Consultando il vet. abbiamo scoperto che un leggero rallentamento della motilità intestinale può essere un effetto collaterale della terapia. In ogni caso non è nulla di cui preoccuparsi, Camillo non ha mai manifestato altri problemi durante la terapia preventiva.

A novembre 2012 ripetiamo il test: Cami è nuovamente negativo :)
A questo punto il vet. ci consiglia di non seguire altre terapie con lui e non testarlo più. Come dicevamo nell'articolo inerente l'encefalitozoonosi, è difficile che due conigli adulti si contagino a vicenda, infatti, nonostante Cami sia a stretto contatto con Joy da più di un anno, non è stato contagiato.

=======================================================================

TEMP (maschio intero - nato a presumibilmente nel Marzo 2010 e arrivato da noi a Maggio 2010)

Temp non ha mai mostrato sintomi della malattia. Sentento parlare sempre più frequentemente di questo test mi rivolgo al mio veterinario e lui mi dice che se voglio testarlo posso farlo, ma che lui di norma testa solamente conigli sintomatici. Passano i mesi e a forza di informarmi mi rendo conto che sapere se il coniglio è positivo o negativo non è una leggerezza, quindi contatto la mia seconda veterinaria (contatto di emergenza che adesso è diventata la veterinaria principale) e mi dice che lei tende a consigliarlo e che la prevenzione è sempre la miglior cosa.

Sul prelievo di sangue ha effettuato due test, uno per la fase acuta della malattia (1:160) e uno per quanto riguardava i valori della fase cronica, e qui ci siamo allarmati perché Temp presenta un valore di 1:2560, decisamente alto.

Il giorno 3/4/2013 iniziamo con una terapia a base di fenbendazolo che durerà 28 giorni. Passato un mese dal termine della terapia ripeteremo il test e vedremo se i valori si saranno abbassati.

=======================================================================
 04/07/2013: con un po' di ritardo, ma sempre in tempo, abbiamo rifatto il prelievo. Intorno a Martedì/Mercoledì avrò i risultati e scopriremo se la terapia ha abbassato i valori oppure no. Siccome erano parecchio alti penso che dovremo ripetere almeno un altro ciclo.

16/07/2013: purtroppo i valori sono rimasti invariati. Resta sempre un coniglio asintomatico che potrebbe non sviluppare mai la malattia. Prossimo test in Autunno, potrebbe olerci ancora un po' perché la terapia faccia effetto. Incrociamo le dita!

E' nato il nostro forum

Carissimi utenti,
vogliamo informarvi che è nato il forum di Rosicchiamo tutti insieme, dove tutti voi potrete avere uno scambio diretto con lo staff.

Sappiamo che oramai i social stanno dando veramente del filo da torcere alle piattaforme come forumfree, ma siccome mi considero una nostalgica ho deciso di aprire questo spazio per tutti quelli che, come me, considerano un forum un po' come casa propria.

Oltre a tante informazioni utili potrete trovare il questionario da compilare per far vivere al vostro peloso i suoi cinque minuti di gloria con l'intervista della settimana (diffidate dalle imitazioni!) ma anche una piccola novità; la sezione "arrediamo tutti insieme" dove lo staff potrà aiutarvi nell'allestimento dell'habita del vostro amico nel caso non sapeste proprio dove sbattere la testa! In più l'angolo delle adozioni, il mercatino e una sezione di off-topic per chiacchierare e conoscerci meglio.

Partecipare è semplice, dovete semplicemente autoiscrivervi ad uno dei gruppi che sentite più vostro tra
 e successivamente inserire nella vostra firma uno dei nostri bannerini.

Se non siete iscritti a Forumfree vi comunico che l'iscrizione è facile, gratuita e veloce.
Ricordandovi anche della nostra pagina e del gruppo facebook 
vi aspettiamo numerosi!
'Rosicchiamo tutti Insieme' è uno spazio originale e protetto da copyright. Gli scritti e le fotografie sono di proprietà delle autrici e non è permesso copiarli per utilizzarli altrove. E' consentito invece ridistribuirli inserendo direttamente il link dell'articolo desiderato.