Mamma, mi compri un criceto?

Quanti genitori si sono sentiti rivolgere questa domanda almeno una volta dai propri pargoli?
E quanti hanno finito per cedere e comprare un animale senza informarsi a fondo sulla sua gestione?
Siamo dell'idea che crescere con un animale sia un'esperienza bellissima, decisamente utile per i bambini. Tuttavia dev'essere affrontata nel modo giusto, con le dovute cure e rispetto che ogni essere vivente merita.
Con questo post vorremmo proporvi un gioco da fare con i vostri bimbi per far capire loro cosa significa avere delle responsabilità e permettere a voi di verificare che la voglia di avere un animaletto non sia solo un capriccio momentaneo.
Il materiale che vi occorre è facilmente reperibile in casa, avrete bisogno di:

un palloncino ad acqua (su cui disegnerete il muso di un animaletto)
un cestino o una scatola (va benissimo una vecchia scatola da scarpe)
due ciotoline o due bicchieri (anche in plastica)
un po' di carta assorbente

Si ringrazia il criceto Tutor per la partecipazione.
Riempite il palloncino d'acqua e disegnate il muso di un animaletto, questo sarà il piccolo amico di cui il vostro bimbo si dovrà occupare nelle settimane seguenti.
Nella scatola sistemate un piccolo habitat con un bicchiere d'acqua, un bicchiere con il cibo (semini o pane, insomma qualsiasi cosa vi venga in mente) e un giaciglio fatto con la carta.
Date al bimbo la responsabilità di seguire il finto animaletto cambiando l'acqua, il cibo e pulendo il nido (ogni tanto sporcate la carta del nido con dei pennarelli e chiedete al bimbo di cambiarla).
Vi chiedete perché abbiamo scelto un palloncino ad acqua per rappresentare l'animaletto?
Semplice, il palloncino è delicato, non deve cadere e non può essere “maltrattato” in quanto si romperebbe, in questo caso sta a voi spiegare al bimbo che per questa volta il danno non è così grave poiché si tratta appunto di un palloncino, ma se fosse stato un vero animaletto a cadergli di mano? Cosa sarebbe successo?
I bambini non sono stupidi, fategli capire cosa significa avere delle responsabilità. Siamo convinte che la maggior parte dei bimbi si dimenticherà del finto animaletto nel giro di pochi giorni. Cambiare acqua/cibo, pulire la “gabbia” non sono attività poi così allettanti e sicuramente dopo la curiosità dei primi giorni l'idea di prendere un animale avrà perso gran parte della sua attrattiva.

Naturalmente, qualora il gioco vada a buon fine e decidiate di acconsentire alla richiesta del vostro bimbo, il compito di accudirlo spetterà a voi genitori. Il bimbo potrà assistervi ma non è il caso di fargli fare tutto da solo; è sempre meglio essere cauti quando c'è una vita di mezzo.
Abbiamo citato il criceto perché solitamente è uno degli animali che viene acquistato d'impulso e senza troppe riflessioni ma è un discorso che si può applicare a qualsiasi tipo d'animale.
Se avete intenzione di allargare la famiglia ospitando un animaletto, valutate sempre l'adozione! In Italia ci sono associazioni per tutti i tipi di animali, dai pennuti, ai criceti, ai conigli, ecc. presso cui vengono accolti migliaia di animali abbandonati o in difficoltà. Spesso si dice che i requisiti richiesti dalle associazioni siano troppo rigidi ma in realtà qualsiasi associazione seria chiede solo il minimo indispensabile per consentire all'animale adottato di vivere in condizioni dignitose, quindi se non rispettate lo standard richiesto significa che non siete in grado di gestire al meglio l'animale. Prendetevi un po' di tempo per capire dove sbagliate, o chiedete aiuto ai volontari, e correggete eventuali errori. Gestire male un animale è controproducente per tutti , soprattutto per l'animale che spesso ci rimette la vita.

In caso di bisogno, all'interno del nostro blog troverete varie sezioni con i principali cenni sulla gestione dei più comuni animali esotici che si possono trovare in Italia.
Siamo curiose di sapere se qualcuno deciderà di seguire il nostro consiglio e se tenterà questo esperimento/gioco con il proprio bimbo. Fateci sapere cosa ne pensate e quali sono stati i risultati!

Trachemys Scripta Elegans - gestione e malattie

Negli articoli precedenti vi abbiamo spiegato come allestire un acquaterrario idoneo e qual è l'alimentazione ideale per le tartarughe d'acqua dolce (in particolare abbiamo tenuto come riferimento la specie Trachemys che è una tra le più diffuse). A questo punto avete già preparato l'habitat, vi siete procurati il necessario per alimentarla...manca solo la tartaruga! A questo proposito vi sconsigliamo di acquistarla in negozio.

Purtroppo le tartarughe in negozio hanno aspettative di vita assai limitate (a meno che non si tratti di un rarissimo negozio specializzato che tratti gli animali con rispetto e non semplicemente come merce). Piuttosto rivolgetevi ad un allevatore serio (magari evitate gli annunci gratuiti su siti come subito.it, la maggior parte dei sedicenti allevatori in realtà non sa nemmeno distinguere la specie di rettile che alleva...) o piuttosto ad una fiera specializzata (vi segnaliamo il Reptiles Day di Longarone).

Di fatto, la parte più impegnativa della gestione è sistemare l'acquaterrario. Per una corretta gestione della tartaruga bastano poche semplici regole:- Inserire un termometro per controllare la temperatura dell'acqua (temperatura ottimale: 24/25°).- controllare che l'acqua non ristagni e che il filtro funzioni a dovere- accendere le lampade (spot e uv) per almeno 10/12 ore al giorno (a questo proposito potete utilizzare un timer automatico che accenda e spenga le luci ad orari prestabiliti, si trovano in tutti i negozi d'elettronica e brico center)- alimentare la tartaruga come vi abbiamo spiegato nell'articolo precedente.

Come già detto le tartarughe mangiano prevalentemente in acqua, dopo i pasti vi conviene controllare che non vi siano residui di cibo troppo grandi per essere smaltiti dal filtro. Potete organizzarvi utilizzando una seconda vasca per alimentare la tarta in modo da non sporcare l'acquaterrario. Se la vostra tartaruga vive all'esterno, il laghetto (o stagno) deve avere una profondità maggiore di 80/100 cm per permettere alla tartaruga di fare il letargo senza rischiare di morire per ipotermia. La temperatura ottimale è compresa tra i 10° e i 4°, al di sotto dei 4° la tartaruga rischia di subire danni neurologici a causa del freddo o di morire per ipotermia.Per le tartarughe che invece vivono in casa non ci sono problemi, potete evitare il letargo (in questo caso occhio al peso del rettile, il rischio di obesità è meggiore per le tarte che non fanno  letargo) o optare per un letargo controllato in cantina o in garage (dove solitamente le temperature sono abbastanza basse da consentire il letargo). Anche con una gestione ottimale la vostra tartaruga può purtroppo incappare in qualche malattia che però può essere prontamente risolta con una visita presso un veterinario esperto in rettili.Le malattie e i principali problemi possono essere:

- obesità: da non sottovalutare! Le tartarughe afflitte da obesità, avendo la maggior parte del corpo racchiusa nel carapace, rischiano seri danni agli organi interni che vengono compressi in posizioni innaturali. Un'alimentazione adeguata dovrebbe essere sufficiente a scongiurare questa patologia.

- piramidelizzazione degli scuti: alcuni scuti crescono in modo anomalo assumendo una forma, appunto, di piramide e risultando molto più alti del dovuto. Questa patologia è dovuta a scompensi alimentari (soprattutto a diete ricche di grassi).

- MOM (malattia ossea metabolica): il carapace presenta malformazioni ed è morbido al tatto. Questo è indice di una cattiva alimentazione e di una carenza di calcio. La deformazione è permanente e comporta problemi motori arrivando a provocare la morte dell'animale (che in alcuni casi non riesce più nemmeno a nutrirsi).

- micosi: infezione da funghi che può causare seri danni al carapace causando infezioni. Spesso dipende da una cattiva igiene dell'acqua e da una mancata esposizione ai raggi UV

- SCUD: setticemia, le cause sono simili alla micosi. La tartaruga manifesta ferite infette, torpore e inappetenza.

- Gotta: causata da un squilibri alimentari (come essessi di proteine e dieta poco varia), i sintomi sono edemi e gonfiori agli arti e malformazioni del carapace (simili alla piramidelizzazione).

- Ipovitaminosi A: causata principalmente da una carenza di vitamina A e condizioni igieniche trascurate. Tra i sintomi infiammazione agli occhi, gonfiore agli occhi e cecità temporanea.

- congiuntivite: causata da corpi estranei (come la sabbia da fondale) che si depositano sotto le palpebre infiammandole. Sintomi: occhi gonfi, cecità temporanea, inappetenza e torpore.

- malattie respiratorie (rinite e polmonite): causate da sbalzi di temperatura (ecco perché spot e termoriscaldatore sono molto importanti!) o da animali infetti. I sintomi sono: scolo nasale, respirazione a bocca aperta (nei casi più gravi), inappetenza e torpore.

- Ascessi: le tartarughe acquatiche sono particolarmente soggette agli ascessi auricolari che si presentano come un rigonfiamento della membrana timpanica.

- parassiti: anche le tartarughe possono incappare in parassitosi sia esterne (come le zecche) che interne (localizzate nel tratto intestinale). In particolar modo le infestazioni da parassiti intestinali vanno curate nel più breve tempo possibile poiché possono causare un rapido deperimento dell'animale e conseguente morte.

- costipazione intestinale (o blocco): può avvenire per l'ingestione di corpi estranei che la tartaruga non riesce poi ad espellere, o per il rallentamento della motilità intestinale, il cibo si blocca nell'intestino e forma una massa dura e compatta.

- tumori

- distocia: ossia ritenzione delle uova. malformazioni dell'animale o un'errata calcificazione dell uova posso bloccare il loro percorso nell'ovidotto causando anche la morte dell'animale.

- ritenzione degli scuti: il carapace delle tartarughe subisce diverse mute, i vecchi scuti si staccano per lasciare spazio a quelli nuovi che si sono già formati. Se i vecchi scuti rimangono però attaccati al carapace creano una specie di camera d'aria tra il nuovo e il vecchio carapace, in tale spazio i batteri proliferano arrivando anche a causare delle necrosi. Solitamente è causato da una mancata esposizione alla lampada UV o da una carenza di calcio.

- traumi al carapace: moltissime tartarughe presentano ferite più o meno gravi in seguito al risveglio dal letargo, le cause possono essere molteplici: dai proprietari disattenti che non notano la tartaruga e la feriscono mentre tagliano il prato (capita spessissimo), ai roditori che mangiano letteralmente il carapace della povera tarta, a traumi come cadute (le tartarughe non hanno senso del vuoto).

- lesioni cutanee : graffi, escoriazioni e ferite accidentali possono facilmente infettarsi se non vengono tenute sotto controllo

Prima di acquistare o adottare una tartaruga (molte associazioni recuperano tartarughe abbandonate, basta una rapida ricerca in rete per trovarne parecchie), è necessario cercare il nominativo di un veterinario esperto in rettili che possa seguirvi in caso di problemi. In rete si trovano molti rimedi fai-da-te ma sono metodi molto imprecisi che rischiano solo di aggravare la situazione. In caso doveste riscontrare cambiamenti nella vostra tartaruga (torpore, inappetenza, ferite, ecc) contattate tempestivamente il veterinario che vi saprà sicuramente consigliare la procedura più corretta per rimettere in forma la tarta

Trachemys Scripta Elegans - alimentazione

Mangiateli tu i gamberetti, se proprio ci tieni!
L'alimentazione è un aspetto fondamentale per la corretta crescita di qualsiasi essere vivente e va curato fin nei minimi dettagli.
Per quanto riguarda le tartarughe vi è purtroppo molta ignoranza dettata soprattutto dalla convenienza dei commercianti che tendono a proporle come animali dalla facile gestione, la cui alimentazione è basata su gamberetti essiccati venduti in comodi barattoli con dosatore. Niente di più sbagliato.

La maggior parte delle tartarughe acquatiche, in particolare la specie Trachemys che è una delle più diffuse, sono onnivore e la loro alimentazione deve fornire il giusto equilibrio tra carboidrati, grassi e proteine per permettere all'animale di crescere in modo corretto.
Naturalmente con l'età si modifica anche la necessità della tartaruga di assumere determinati alimenti, in questo senso una tartaruga giovane avrà bisogno di una maggiore percentuale di proteine (preferendo quindi una dieta carnivora) rispetto ad un'esemplare adulto che sarà più orientato verso una dieta vegetariana.

Un'alimentazione ottimale comprende i seguenti alimenti:
- pesce (fresco o decongelato, meglio se di fiume). I latterini per esempio, sono più che adatti (vanno forniti interi) e si possono reperire facilmente nei supermercati o nelle pescherie. Le Trachemys, essendo cacciatrici, possono essere nutrite con prede vive, soprattutto in caso di tartarughe riluttanti a mangiare. La preda viva stimola la curiosità ed il senso della caccia del rettile e lo spinge ad alimentarsi. Personalmente ho sempre preferito evitare di utilizzare prede vive e lo consiglierei solo in caso di rettili inappetenti...

- verdure: sono consigliate tutte le verdure con un alto apporto di vitamina A (come le carote ad esempio). Non tutte le tartarughe però sono inclini a cibarsi di vegetali, in caso di rifiuto potete ricorrere ad integratori (sotto consiglio veterinario) o a piante acquatiche.

- pellet: non indispensabile ma può risultare utile per integrare vitamine nella dieta della tartaruga. Chiedete consiglio al veterinario per la scelta della marca e della composizione ottimale.

- osso di seppia: non è un vero e proprio alimento ma viene considerato un ottimo integratore di calcio. Potete utilizzare sia quelli freschi (chiedete in pescheria) che quelli in commercio per uccelli (dopo averli accuratamente lavati). Lasciate l'osso di seppia va lasciato galleggiare nell'acqua, la tartaruga lo morderà di tanto in tanto e ciò contribuirà a mantenere costante l'apporto di calcio.

Come già detto i gamberetti disidratati sono totalmente inutili nella dieta di una tartaruga. Non hanno principi nutritivi utili, anzi, per fare un paragone, sarebbe come nutrire un bambino con caramelle e patatine fritte per tutta la vita. Evitateli!

La digestione nei rettili è molto lenta, gli esemplari adulti non vanno nutriti ogni giorno ma a giorni alterni o due alla settimana mentre per le tartarughe baby vanno nutrite 6 giorni su 7. Va servito un solo pasto al giorno e preferibilmente la mattina, ad ogni pasto potete alternare gli alimenti (per es. lunedì verdura, mercoledì pesce, venerdì pesce e così via).

Non sottovalutate mai l'importanza di un'alimentazione bilanciata poiché si tratta di un fattore fondamentale per far si che il vostro animale cresca sano  e senza problemi.

Trachemys Scripta Elegans - morfologia e distinzione del sesso

Conoscere al meglio le tartarughe è uno dei passi fondamentali per poter capire al volo se il rettile ha qualche problema.

La caratteristica che distingue le tartarughe dalla maggior parte dei rettili è la corazza che si suddivide in due parti:
- carapace: la parte superiore del guscio
- piastrone: la parte inferiore

I lembi di corazza che uniscono piastrone e carapace sono detti ponte osseo.

La corazza è inoltre formata da due "strati":
- lo strato superficiale che è formato dagli scuti che assumono colorazioni diverse in base alla specie (nel caso delle Trachemys Scripta sono di colore marrone/verde oliva sul carapace e gialli con macchie nere sul piastrone)
- lo strato profondo che invece è formato da placche ossee che danno rigidità alla corazza

Gli scuti nelle Trachemys, cadono per desfogliazione durante la muta. In pratica, i vecchi scuti si staccano dalla corazza per lasciare il posto ai nuovi scuti che si sono già formati. Non è raro trovare pezzi di scuti nella vasca, se infatti controllate la tartaruga noterete che alcuni scuti possono essersi spezzati durante la muta. Il problema si risolverà da sé quando la tartaruga perderà la parte rimanente dei vecchi scuti (potete sempre aiutarla staccando gli scuti che si sollevano rispetto alla corazza).

La testa e il collo nelle Trachemys Scripta presentano invece striature gialle su fondo verde, in aggiunta alle caratteristiche macchie sulle membrane timpaniche che ne determinano la sottospecie (gialle per la Trachemys Scripta Scripta, rosse per la Trachemys Scripta Elegans e giallastro/arancio per la Trachemys Scripta Troostii).

Le dimensioni di una Trachemys Scripta adulta variano tra i 27 cm e i 30 cm ed hanno una vita media di 30 anni.

Per poter sessare una tartaruga Trachemys S. è necessario aspettare che il piastrone raggiunga i 10 cm di lunghezza. La distinzione è semplice:
- maschio: coda lunga e spessa, unghie lunghe (ma veramente lunghissime!) e parte finale del piastrone leggermente concava (per favorire l'accoppiamento).
- femmina: coda corta e sottile, piastrone uniforme anche nella parte posteriore e unghie corte.

Volutamente non daremo alcuna istruzione per quanto riguarda l'accoppiamento e la cura di eventuali cucciolate, se avete dei dubbi vi invitiamo a rivolgervi al vostro veterinario. Se proprio volete accogliere un nuovo esemplare di tartaruga vi invitiamo come sempre a contattare le associazioni che si occupano di recuperarle o i centri di recupero più vicini a voi.

Trachemys Scripta Elegans - habitat

Le deliziose tartarughine vendute in fiere e negozi vengono spesso presentate come animaletti semplici da gestire, che richiedono poca "manutenzione" e soprattutto poco spazio.
Nulla di più sbagliato.

Inizialmente questi rettili misurano pochi centimetri e il negoziante di turno vi suggerirà di acquistarli insieme all'immancabile vaschetta "con la palma". Questo tipo di habitat è fortemente sconsigliato per due motivi principali:

1) Le tartarughe hanno bisogno di nuotare e muoversi in acqua. Sono animali molto più attivi di quel che ci fa credere la cultura popolare.
Per darvi un'idea del livello dell'acqua calcolate che esso dev'essere pari al doppio della lunghezza del carapace (dalla testa alla coda), per le tartarughe baby (ossia cucciole) l'acqua non deve superare i 5/10 cm. Molte tartarughe baby muoiono infatti annegate se sistemate in vasche troppo profonde perchè non hanno la forza sufficiente per arrivare alla zona emersa.

2) Considerate che la tartaruga, nonostante passi molto tempo a crogiolarsi alla luce del sole o delle lampade, vive principalmente in acqua. Le Trachemys in particolare non producono saliva ed hanno una lingua fissa quindi devono obbligatoriamente mangiare dentro una vasca. Le vaschette in plastica sono poco più alte di 5 cm e sarebbe impossibile sistemarvi un filtro che mantenga l'acqua pulita...nel giro di 24 ore l'acqua nella vaschetta si trasformerebbe in una sorta di latrina con rimasugli di cibo e bisogni della tartaruga stessa. Non è certo igienico né per noi, né per la tartaruga che dentro l'acqua deve appunto vivere.
Cambiare l'acqua ogni giorno e disinfettare la vaschetta può essere dannoso per la tarta. L'acqua del rubinetto non va mai messa direttamente nell'acquaterrario in quanto contiene metalli pesanti che andrebbero a minare la salute dell'animale. E' necessario lasciar decantare l'acqua almeno 24 ore in un secchio e "scartare" poi circa 5 cm di acqua che si trova sul fondo (dove tendono ad accumularsi i metalli pesanti). Con una vaschetta di dimensioni limitate non avrebbe senso.

Per questi motivi è necessario allestire un acquaterrario con le caratteristiche che vi illustriamo di seguito:
- dimensioni: l'acquaterrario ideale per una Trachemys adulta misura come minimo 100x50x50 cm. Trattandosi di animali molto territoriali vi consigliamo di non scendere mai sotto queste dimensioni.
E' anche possibile usare un cassone in plastica (quelli che in genere vengono venduti per riporre i giocattoli vanno benissimo), l'importante è che abbia delle buone dimensioni e che possa contenere una quantità adeguata d'acqua.

- lampade spot e termoriscaldatore: le tartarughe sono rettili a sangue freddo ed hanno bisogno di regolare la temperatura corporea per favorire la digestione dei pasti (che è molto lenta) e mantenere attivo il metabolismo. Nelle tartarughe esposte a temperature troppo rigide può verificarsi la condizione di semi-letargo, in pratica la tartaruga è sveglia e attiva (anche se meno rispetto al solito) ma non mangia. Questo comporta un continuo dispendio di energie che non vengono poi integrate con l'apporto di cibo, le conseguenze sono deperimento dell'animale e morte.
Per questo è fondamentale che l'acqua raggiunga una temperatura di 24/25°, procuratevi un termometro per acquari (da posizionare nell'acqua, lontano dalla zona emersa) e monitorate la temperatura. In caso l'acqua dovesse essere troppo fredda dovrete procurarvi un termoriscaldatore che mantenga la temperatura adeguata.
La lampada spot è importante per riscaldare l'aria all'interno dell'acquaterrario e mantenere un equilibrio tra la temperatura dell'acqua e la temperatura esterna in modo da evitare brusche escursioni termiche che potrebbero far ammalare la tartaruga.
Le lampade spot specifiche per rettili costano circa 15€ ma possono essere sostituite con lampade ad uso domestico come lampadine o faretti alogeni, lampade al neodimio, lampade infrarossi o lampade in ceramica. E' importante che il voltaggio della lampadina sia proporzionale alla grandezza del terrario.
NB: queste lampade non generano raggi UV ma hanno il solo scopo di produrre calore. Dovrete quindi procurarvi una seconda lampada come descritto di seguito.

lampada UV: le tartarughe non sintetizzano la vitamina D3 che è necessaria per fissare il calcio e di conseguenza per una crescita ottimale del carapace. L'esposizione ai raggi Uv permette alle tarte la sintetizzazione della vit. D3 e sono quindi necessari per la crescita del rettile.
Se avete la possibilità di alloggiare la tartaruga all'esterno non vi dovete preoccupare dell'esposizione ai raggi UV, la tartaruga si regolerà da sé.
In alternativa, se state allestendo un acquaterrario in casa dovete procurarvi una lampada che appunto emetta i raggi UV.
Fortunatamente questo di tipo di lampada è facilmente reperibile presso qualsiasi negozio che tratti rettili. Potete scegliere tra i neon o neon compatti (entrambi vanno sostituiti dopo 6 mesi d'utilizzo) o le lampade ai vapori di mercurio (consigliate poiché hanno una resa e una durata maggiore rispetto ai neon). In commercio è possibile trovare anche lampade UV che svolgano anche la funzione della lampada Spot per ottimizzare gli spazi e ridurre i consumi di energia elettrica.
La lampada dev'essere sistemata a circa 20/30 cm dalla zona emersa e non devono esservi barriere (vetro, plastica, plexiglass) tra la zona emersa e la lampada poiché impedirebbero ai raggi UV di raggiungere il rettile.

filtro: ultimo, ma non per importanza, è necessario inserire in acquaterrario un filtro che contribuisca a mantenere l'acqua pulita. Sono consigliati i filtri esterni poiché i filtri interni vengono solitamente concepiti per acquari popolati da pesci (che sporcano decisamente meno di una tartaruga). Il filtro va riempito con spugna specifica e cannolicchi in ceramica (in cui si svilupperanno i batteri che contribuiscono ad eliminare le impurità dall'acqua). I batteri all'interno del filtro hanno bisogno di "maturare" ossia di riprodursi e creare delle vere e proprie colonie all'interno dei cannolicchi. Questo procedimento può durare anche diversi giorni quindi non preoccupatevi se inizialmente vi pare che il filtro non faccia il suo dovere. Ricordate che ogni volta che pulirete il filtro igienizzandolo, andrete ad eliminare tutti i batteri che dovranno nuovamente moltiplicarsi e installarsi nei cannolicchi.
Come già detto in precedenza è importante evitare di inserire acqua di rubinetto direttamente nel terrario, i metalli pesanti ed il cloro contenuto in essa, oltre a danneggiare la tartaruga, danneggiano anche i batteri compromettendo il funzionamento del filtro. Per ovviare a questo problema è sufficiente lasciar decantare l'acqua qualche giorno prima di inserire il filtro e spostare il tutto nell'acquaterrario.

Evitate ogni sorta di decorazione o fondale (per es. sassolini colorati che solitamente si usano per i pesci) le Trachemys sono curiose ma soprattutto fameliche e tendono ad "assaggiare" qualsiasi cosa rischiando di ingerire pezzi di plastica o di fondale che potrebbero causa occlusioni intestinali. Piuttosto arredate il terrario con piante acquatiche che possono essere ingerite dalle tartarughe (vi consigliamo di creare a questo punto un secondo piccolo acquario in cui far riprodurre le piante in modo da averne una discreta riserva con cui sostituire quelle che immancabilmente verranno decimate dalla tarta).

Coccidiosi nel coniglio

Oggi vi parleremo di una delle principali cause di morte nelle prime settimane di vita dei coniglietti, l'infestazione da coccidi (coccidiosi).

I coccidi sono piccoli parassiti, molto comuni nei nostri conigli, che attaccano fegato e intestino.
I sintomi più frequenti sono una rapida perdita di peso, diarrea, gonfiore addominale, pelo opaco e arruffato.

I coniglietti comprati nei negozi sono molto più sensibili a questi parassiti, il perché è facile da spiegare; vengono tolti alla mamma troppo presto, di conseguenza non hanno il tempo di crescere e rinforzare le loro difese immunitarie e un'infestazione di coccidi può diventare letale.
Non sono poche le storie di coniglietti appena comprati lasciati in casa la mattina che stavano bene, ma trovati morti poche ore dopo.

Solitamente i conigli adottati presso le associazioni sono già tutti testati e trattati, se è il caso. Un altro risvolto positivo dell'adozione!

Se comprate o trovate un coniglietto, la prima cosa da fare è portarlo presso un veterinario specializzato in animali esotici, portandosi dietro un campione di feci. In poco tempo vi sapranno dire se il coniglio è negativo o positivo e discuterete insieme la terapia più adatta. Un coniglio negativo, che non viene a contatto con altri conigli, difficilmente potrà contagiarsi, ma è buona norma portare un campioni di feci a ogni visita di controllo o richiamo del vaccino, così da tenere sempre tutto sotto controllo.

Se avete un coniglio negativo e decidete di inserirne un secondo, evitate di farli venire a contatto fino a che anche l'ultimo arrivato non sarà testato ed eventualmente trattato.

Evitate come la peste i mangimi contenenti "coccidiostatico", anche se si tratta di solo pellettato.
La quantità presente è talmente bassa da non poter fare nulla in caso di infestazione, ma se il coniglio fosse negativo gli farete solamente assimilare inutili farmaci.
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